La mia meta di oggi è stata la fortezza di Gavi, ligure fino al 1859.
Le prime notizie che testimoniano l'esistenza di un castello sono databili nel 973 e successivamente nel 1191, data in cui Enrico VI, figlio di Federico I detto il Barbarossa donò in feudo alla Repubblica di Genova il Castello ed il Borgo di Gavi con le relative dipendenze. Seppure fra alterne vicende il Castello di Gavi rimase dominio genovese sino al 1418, quando la proprietà, a seguito di eventi bellici, passò sotto la Signoria dei Visconti di Milano. Da questi il feudo di Gavi con l’antico Castello fu investito ai Fregoso e poi dagli Sforza, l’investitura fu trasferita alla nobile famiglia dei Guasco di origine alessandrina. I Guasco, che erano anche signori di Francavilla, rimasero feudatari del Borgo e del Castello di Gavi sino al 1528, anno in cui il conte Antonio Guasco vendette Castello e feudo alla Repubblica di Genovese.
La Repubblica di Genova ebbe così, nuovamente, il possesso del Castello di Gavi, questa volta senza soluzione di continuità, dal 1528 al 1815. Anno nel quale, dopo la caduta di Napoleone, anche l’antica Repubblica genovese fu soppressa ed annessa al nuovo Stato Sabaudo. Nel corso dei secoli il Castello di Gavi subì molteplici interventi architettonici i quali trasformarono l’antico Castello in una possente Fortezza..i lavori di ampliamento, interni ed esterni, proseguirono sino agli albori del XIX secolo, quando, all’esterno, sul lato di levante, fu costruita la ridotta di Monte Moro, collegata al Forte attraverso una “galleria” fortificata. el 1859, sotto il governo di Vittorio Emanuele II, l’antica Fortezza genovese fu disarmata e privata della sua storica identità per essere trasformata in un reclusorio civile. Durante il primo conflitto mondiale diventò un carcere militare destinato a prigionieri di guerra austriaci e disertori italiani.
Con il sopraggiungere del secondo conflitto mondiale il Forte ritornò ad essere luogo di detenzione, prima ospitando prigionieri inglesi e, dopo l’otto settembre del 1943, militari italiani.
Ma iniziamo la nostra visita. Il giro inizia dall'entrata secondaria della possente fortezza, tra il Baluardo di San Tommaso e il Baluardo di Sant'Antonio.
L'ingresso, scavato nella roccia era provvisto di ponte levatoio e protetto dalla casamatta del Baluardo Sant'Antonio.
Entrando, si arriva ad un bivio dove confluisce da una parte la strada che proviene dal Baluardo Mezzaluna e quindi dall'ingresso
principale, e dall'altra la strada che conduce al portone del basso forte.
Il basso forte è costituito da una serie di caserme e magazzini, una cappella, distrutta e adibita a docce nella seconda guerra mondiale, e delle prigioni, i cui infissi sono ancora originali del 1800.
Sono inoltre presenti 3 cisterne per la raccolta dell'acqua piovana, oltre che a una sorgente viva nell'alto forte (e altrettante cisterne).
L'organico di soldati che potevano alloggiare nel forte, alto e basso, si aggirava sulle 900 unità.
Proseguendo sulla rampa che conduce all'alto forte ammiriamo i canali per la raccolta dell'acqua scavati nell'ardesia e il corpo di difesa e la polveriera interrata presenti nel sottostante Baluardo della Mezzaluna.
In queste 3 foto dell'alto forte, purtroppo visitabile solo in parte, vediamo il Baluardo di Santa Maria, la rampa d'accesso e il Baluardo di Sant'Antonio.
L'ingresso era provvisto di ponte levatoio, oggi scomparso e presenta una serie di stemmi incisi nella roccia appartenenti alla Repubblica Genovese e alla famiglia dei Visconti di Milano.
Il giro termina con la visita dei magazzini e delle prigioni d'isolamento.
All'esterno del complesso raggiungo l'ingresso principale tra il Baluardo della Mezzaluna e il Baluardo di San Giovanni Battista. Una volta terminata la discesa da forte attraverso la vecchia strada militare si può notare, ancora immersa tra la vegetazione,
la ridotta di Monte Moro.
Tirando le somme quella di oggi è stata una bella visita e ringrazio Cesco per avermi fatto da supporto durante il viaggio =P
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