venerdì 10 ottobre 2008

Monticello d'Alba e Roddi

Buongiorno a tutti.. Oggi volevo parlare di due castelli situati nel cuneese, il castello di Monticello d'Alba e quello di Roddi.

Iniziamo con il castello di Monticello..

L’epoca esatta della fondazione del castello non è sicura ma esisteva già prima dell’anno mille, come risulta dai documenti della Chiesa d’Asti.
Si ritiene che i Vescovi Conti lo avessero fatto costruire a difesa dei confini dell’antico contado di Asti, dopo la calata dei Saraceni, che nel 920, discesero dalle Alpi, distruggendo ed incendiando molte città del Piemonte. I vescovi Conte eserciteranno il loro potere fino al 1372. Nella storia del castello si ricordano i due più importanti assedi. Il primo ebbe inizio nel 1187 e terminò nel 1190. In quel periodo, il vescovo di Asti aveva affidato il castello ai signori De Govono, i quali gli si erano ribellati. Il vescovo si vedeva così costretto a chiedere aiuto agli Albesi, i quali accorsero a mano armata in sua difesa e dopo tre anni di lotta liberarono il castello. Il secondo assedio al castello avvenne nel 1372. In quel tempo il vescovo di Asti aveva insediato nel castello un suo vassallo, molto prepotente e violento: Ludovico Malabalia, il quale tiranneggiava e maltrattava la popolazione di Monticello. I monticellesi esasperati chiesero allora l’aiuto dei Conti Roero, nobili di Asti e signori di Monteu, che erano tra i più illustri e potenti feudatari di quell’epoca. I Conti Roero accorsi in aiuto degli abitanti di Monticello, erano quattro fratelli di nome Percivalle, Aimonetto, Andrea ed Antonio. Essi, a capo delle loro milizie, posero l’assedio al castello e dopo aspre battaglie lo conquistarono, liberando così i monticellesi dalla tirannia del Malabalia, che venne rinchiuso nelle prigioni di Asti. Dopo questa vittoria, in riconoscenza di questa nuova benemerenza acquistata dai Roero in difesa dei diritti della Chiesa d’Asti, il Vescovo rinunciò in loro favore al feudo di Monticello. I Roero si insediarono quindi nel castello e il Papa Gregorio XI, concedeva ai nuovi castellani l’investitura in data 4 giugno 1372. I Conti Roero sono tuttora i proprietari del castello e vi abitano stabilmente.

Partiamo con la visita ora! Il Castello di Monticello è uno dei meglio conservati in Piemonte, ha una forma quadrata con una torre quadrata inclinata di 45° e un torrione rotondo sul lato destro.


Tutto il complesso è circondato da un ampio giardino, ottenuto dall'abbattimento degli spalti e dal riempimento del fossato durante i restauri del 1785.

L'ingresso principale al castello ci è permesso tramite uno scalone, che ha sostituito il ponte levatoio nel 1785. Sulla facciata troviamo i resti di due meridiane ormai scomparse e gli stemmi della casata dei Roero.

Da notare la lunga fila di caditoie merlate del camminamento di guardia ancora in ottimo stato.









All'interno troviamo una sala d'armi con numerosi cimeli appartenenti alla casata. Proseguiamo passando dinnanzi alla Cappella gentilizia e tramite una doppia rampa di scale della torre rotonda accediamo al piano superiore. Il primo piano è formato da grandi saloni, che conservano l’impronta delle dimore medioevali.
A questo piano troviamo il piccolo cortile interno da cui un tempo si accedeva direttamente tramite il ponte levatoio.

L'ingresso al secondo piano è possibile solo tramite la scala a chiocciola della piccola torre ottogonale presente nel cortile.

Nella seconda foto del cortile possiamo vedere una pietra nell'angolo sopra la galleria coperta. Secondo una leggenda si tratta di un portafortuna per la casata dei Roero finchè rimanga li.. cosa che può anche essere vera in quanto i Roero sono i padroni del castello da circa 700 anni..

Passiamo ora a Roddi.

Il nucleo più antico del castello risale all'anno Mille, le prime notizie della costruzione infatti si trovano in un documento del 1197. Nel Trecento venne infeudato ai Falletti, famiglia albese di antica nobiltà e appartenne dal 1526 a Gaio Francesco della Mirandola, nipote del grande filosofo e umanista Pico, mentre nel 1690, passò ai Della Chiesa. Dopo il 1814, data che segna il Congresso di Vienna, il quale mira a riportare al trono le vecchie dinastie, il castello, passa alla casa sabauda, per divenire di proprietà Comunale nel 2001.

Il maniero, che si erge alto e possente, ha una pianta a forma di L con un corpo centrale a tre piani e due poderose torri; su di un angolo si erige la torre maestra, alta e snella, dal lato opposto, una più piccola e pensile.

Come a Monticello si vede il camminamento merlato con le caditoie anche se qua murate per ottenere un piano ulteriore.

Dall'esterno è possibile notare i diversi momenti di costruzione dell'impianto: si distinguono, infatti, la parte verso la valle, più antica, con il mastio centrale, e quella invece rivolta verso la chiesa, edificata in epoca più tarda.


L'accesso al castello avviene dalla piazza della Chiesa salendo a sinistra della stessa e passando attraverso lo spazio ove un tempo era un ponte levatoio di chiusura del sito fortificato; alla cima della rampa si arriva ad un cortile cinto da un muro con cancello settecentesco.

La visita interna è possibile quasi nella sua totalità e ci si trova in un susseguirsi di tante piccole stanze molto spartane e alquanto trasandate per il lungo periodo di abbandono a cui è stato sottoposto il castello.
Al primo piano troviamo gli impianti delle cucine, dispense, forni e una serie di piccole celle utilizzate probabilmente per la prigionia.




Al secondo piano (l'ingresso dal cortile immette a quasto piano) troviamo l'unica grande stanza del castello e dei resti di intonaco dipinto nello stretto corridoio che portava alla cappella.

Terminiamo la visita salando al terzo piano dove è presente una latrina, cosa assai rara in un castello, e gli ampi locali del sottotetto ricavati dalla chiusura delle caditoie.


Concludendo, due castelli costruiti nello stesso stesso periodo, vicini ma dall'aspetto completamente diverso..

Alla prossima!!

giovedì 2 ottobre 2008

Burio

E rieccoci qua.. ottobre.. certo che il tempo passa in fretta!

Oggi pensavo di riproporre alcuni miei vecchi viaggi visto che il tempo per nuove visite purtroppo scarseggia.. rimaniamo vicino a casa quindi, più precisamente nella frazione di Burio.

Il Castello di Burio si presenta, come un insieme di costruzioni dai corpi risalenti a epoche differenti, il cui nucleo principale probabilmente del XIII secolo.
Non ha mai ricoperto una funzione particolarmente strategica, essendo destinato prettamente ad uso agricolo. In epoca medioevale è stato di proprietà delle diverse famiglie astigiane che ricoprirono la Signoria di Burio, dai Pelletta ai Roero, dai Malabayla ai Pallio.

Nel XVII secolo fu al centro della guerra fra la Spagna e l'esercito guidato dal duca Carlo Emanuele I di Savoia.
Nei secoli successivi passò alla famiglia Asinari, prima che la proprietà venisse frazionata in quote, poi unificate e riacquisite nel XX secolo dal conte Luigi Lanzavecchia.

Iniziamo ora la visita di questo maniero dall'aria tetra e misteriosa..

Si accede al castello tramite un piccolo ponte levatoio (ancora funzionante) della torre a pianta quadrata.
Superato il corpo di guardia si accede al vasto cortile delimitato su un lato da una scarpata e sui restanti dai corpi del castello. Nel cortile si creano molti angoli suggestivi in un mescolando di ordine e disordine.
Entriamo ora nella parte piu antica, dove troviamo gli unici locali affrescati rimasti in tutto il maniero. Alcuni locali sono resi abitabili da alcune famiglie svizzere (che hanno acquistato il castello nel 1980) con arredamenti moderni piuttosto originali.
Ne deriva quindi un susseguirsi di stanze moderne e stanze rimaste originali che fanno un effetto piuttosto particolare.
Terminiamo il giro nei sotterranei dove è presente un pozzo interno costruito in mattoni della profondità di 40 metri e un cunicolo che si dice, colleghi il castello di Burio a quello di Costigliole.
Usciamo dal secondo ingresso, protetto da una torre ottogonale merlata e attraversiamo il giardino..
e anche oggi il mio dovere l'ho fatto ;P
Alla Prossima!!